MIA CARA MADRE, un videoclip memorabile diretto da Alessandro Scippa , sono i suoni e le parole di “lacrime napulitane” che evocano storie di migranti e viaggiatori in cerca di libertà e riconoscimento.
In pochi anni, nei decenni tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quattro milioni di italiani si sono recati negli Stati Uniti, e New York ha raccolto circa un terzo dell’intero numero.
Nelle canzoni di quel tempo, gli emigranti divennero l’eroe di una saga popolare intrisa di lacrime, che enfatizzava la condizione del Sud come popolo emarginato.
“Oggi le più calde e le più disperate hanno cambiato il colore della pelle. Le nuove “lacreme” sono quelle che bagnano le lettere dei migranti, quelle che si perdono tra le onde del Mediterraneo senza che nessuno li salvi “, scrive Natascia Festa sul Corriere del Mezzogiorno per presentare questo progetto.
Il progetto Mia Cara Madre racconta il dramma contemporaneo della migrazione con la voce dei migranti stessi, riuniti qui da Canio Loguercio, per scrivere le proprie lettere personali e intime alla madre, in Bangladesh, Ecuador, Nigeria, Senegal.
In questo modo “Lacreme Napulitane” diventa un inno internazionale della nostalgia, un modo per raccontare il dolore della lontananza dalla propria terra, ma anche una via di integrazione in un nuovo mondo.
In questo modo le “Lacreme napulitane” sono propiziatori di una festa, e partendo dal sentimento primario che lega una persona alla sua / è propria terra, alla sua / è madre, alle sue / sue radici, si cerca di porre le basi per un nuovo umanesimo di convivenza e integrazione.
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